Un percorso di crescita importante, che lo ha portato dal 49″76 del 2017, ad un 47″94 del 2019. Quasi due secondi di miglioramento in tre stagioni per Alessandro Franceschini, quattrocentista della Biotekna Marcon, cresciuto nell’Atletica N.E.V.I, che ora punta ancor più in alto; sognando la maglia azzurra. Per il velocista classe 1997, seguito da Mirko Marcon, anche un bel quarto posto agli ultimi italiani indoor assoluti di Ancona.
Ciao Alessandro, grazie della disponibilità. Come stai vivendo questa quarantena?
“Ciao Daniele, grazie a te per l’intervista! Devo dire che non sto passando così male questa quarantena. Riesco ad allenarmi discretamente bene perché mi sono munito di attrezzature e pesi, ho sicuramente più tempo per studiare e fortunatamente lavorando ogni sera in una pizzeria ho la possibilità di uscire di casa e questo mi aiuta senz’altro a distrarmi da quel che è il solito ambiente casalingo.”
Cosa fai nella vita? Studi, lavori? Quali sono i tuoi hobby?
“Attualmente sono all’ultimo anno di economia a Venezia e per il prossimo anno ho intenzione di iscrivermi alla magistrale, sia per avere successivamente un più ampio raggio di scelta lavorativa, sia per poter avere ancora del tempo per allenarmi ad alti ritmi. Nell’ultimo anno, per via delle varie diete sportive che seguo, ho iniziato a destreggiarmi in cucina e mi diverte molto, altrimenti un altro hobby (solamente estivo) è quello di farmi dei giretti in moto.”
Da quanti anni fai atletica e perché hai cominciato? Con che specialità hai cominciato?
“Ho cominciato atletica a 16 anni. Dopo 7 anni di calcio non trovavo più gli stimoli, perciò un po’ per passione, un po’ perché mia sorella la praticava da molti anni decisi di iniziare con l’atletica. Inizialmente mi piaceva il salto in lungo e dopo 2 anni sono riuscito a fare il minimo per gli italiani; sfortunatamente al 2° anno juniores, durante una gara, mi sono procurato una microfrattura al piede che avrei potuto sistemare solamente operandomi. Essendo che il piede mi dava problemi principalmente nell’azione del salto e non in quella della corsa ho cominciato ad allenarmi sulla velocità e mio malgrado sono diventato un 400ista hahaha.”
Ti stai affermando quantomeno in Veneto nei 400 , mettendo in mostra miglioramenti costanti e graduali. Nel 2018 avevi 48″69, la stagione successiva sei sceso fino a 47″94, a Firenze. Qual è il segreto di questo miglioramento importante?
“Credo e mi piace pensare che tutto ciò non sia frutto solamente di una predisposizione genetica, ma principalmente del grosso lavoro che c’è dietro. Devo ringraziare mio papà per avermi trasmesso l’idea che se una persona vuole veramente qualcosa e ci crede fermamente, allora tutto è possibile; la mente è il carburante che ti aiuta a spingere di più sia nei momenti in cui non vedi risultati, sia e soprattutto nei momenti in cui i risultati ci sono e tu devi avere la fame per migliorarti ancora di più, per non rischiare di accomodarti. A tutto ciò va ovviamente aggiunto il contributo che ci mette il mio allenatore con il quale ho un rapporto speciale; abbiamo la stessa mentalità e c’è una fiducia reciproca ed è questo che ci permette di lavorare bene.”
In questa stagione hai chiuso al quarto posto gli italiani assoluti indoor e hai corso in 48″35 a Magglingen: sei soddisfatto della tua prima parte di stagione?
“Certamente si, l’obiettivo era quello di correre le indoor al di sotto dei 48”50 e ci sono riuscito, la finale ed il quarto posto agli italiani sono stati una soddisfazione aggiunta.”
Sei allenato da Mirko Marcon, col quale ho avuto il piacere di scambiare due parole qualche settimana fa. Siamo d’accordo sul fatto che sei uno di quegli atleti da seguire con interesse e curiosità. Su che cosa avete lavorato principalmente finora e che migliorie puoi ancora apporre alla tua corsa/gestione di gara?
“In questi anni oltre ai lavori aerobici e anaerobici che sono scontati, stiamo lavorando molto sulla forza monitorata tramite accelerometro. Per quanto riguarda la gestione della gara, credo di aver finalmente trovato il ritmo giusto, anche se tendo a scompormi e a non avere lo sprint giusto negli ultimi 50 anni metri; mentre se ci focalizziamo sul gesto tecnico ci sarebbero tantissime migliorie, ma il problema è che non sempre la corsa perfetta è adatta a tutti.”
Sei entrato in Biotekna da poco tempo. Che cosa significa per te far parte di un team ambizioso ed importante come questo?
“Passare alla Biotekna mi ha aiutato enormemente sia a livello fisico, grazie ai test ed ai vari aiuti alimentari e di gestione della routine quotidiana, sia a livello mentale, perché entrare a far parte di una società che punta sempre in alto e della quale fanno parte atleti più forti e con più esperienza di te, ti aiuta a crescere a livello personale ed agonistico.”
Quali sono gli obiettivi stagionali tuoi?
“Per questa stagione non mi ero posto grandi obiettivi se non quello di migliorare il PB. Ahimè ora come ora non si sa cosa accadrà alla stagione outdoor, perciò staremo a vedere cosa riusciremo a fare.”
Alessandro Franceschini ed il futuro. Che sogno nel cassetto hai?
“A livello sportivo il mio sogno più grande è quello di vestire la maglia azzurra, purtroppo non faccio più parte delle categorie giovanili perciò diventerà sempre più difficile, ma come ho detto al punto 4, nulla è impossibile. A livello lavorativo, attualmente ti direi che mi piacerebbe diventare un commercialista, ma avendo altri 2 anni di studio davanti a me ed essendo in una facoltà che presenta vastissime possibilità lavorative potrebbe essere che cambi idea.”
Si ringrazia Daniele Morbio per l’intervista .